Graziano Riccadonna

LA SCULTURA E’ VITA – PAROLA DI BERTARELLI

Momento di successo per Guglielmo Bertarelli l’artista di Cavrasto emigrato per lungo tempo in Germania, che dopo anni di lavoro coerente e impegnato sta rivelando le sue doti migliori anche in Trentino. E’ infatti di questi giorni la chiusura della sua mostra a Trento organizzata presso il Grand Hotel Trento con il patrocinio provinciale insieme ad altri due artisti. Aladino di Lecce e Concetto Fusillo di Lecco: “Artisti all’avanguardia” è il titolo della rassegna trentina, titolo che bene si presta all’arte di Bertarelli, scultore del tutto atipico nel panorama attuale della scultura e soprattutto scultore in perenne ricerca di se stesso e di un modo nuovo di esprimere i propri sentimenti.

Il successo di pubblico ad “Artisti d’avanguardia” è risultato piuttosto notevole, a dimostrazione del livello artistico ormai raggiunto dallo scultore di Cavrasto, in netta evoluzione dalla primitiva preferenza verso il legno alla attuale preferenza della terra, plasmata e in certo qual modo assecondata secondo le proprie tendenze naturali con una tecnica originalissima. Soprattutto, c’è da mettere in rilievo in questa tecnica il modo di vedere e di interpretare la realtà plastica, fino al punto di trasformare un rude pezzo di materiale (di qualunque tipo, legno o marmo, ultimamente preferibilmente terra) in uno stupendo insieme di curve armoniche, d’intrecci vitalistici: una tecnica sì avanzatissima e da computer, ma non tale da schiacciare il profondo senso d’umanità che promana da tutte le opere di Bertarelli, siano esse le forme femminili che i mestieri tradizionali, le forme dei rapporti umani, gli espressivi autoritratti. D’altronde ciascuna opera, deve recare l’impronta inconfondibile dell’autore, del suo sentimento.

Firmato Graziano Riccadonna 26 aprile 1988

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IL “PROFETA” BERTARELLI RITORNA NELLA SUA PATRIA

L’Artista del Bleggio era emigrato in Germania. Incontro questa sera a Quadra

Dieci anni di impegno artistico, 1977-1987: sono i dieci anni di attività intensa nel campo dell’arte della scultura di Guglielmo Bertarelli, che alcuni enti bleggiani intendono ricordare e insieme festeggiare. Chi è Guglielmo Bertarelli? Più conosciuto a livello nazionale e internazionale che locale o regionale, Guglielmo Bertarelli è nato a Cavrasto nel 1945, ma fin da giovane è dovuto emmigrare dopo la morte del padre, 1960. Da Trento emigra a Monaco di Baviera, quindi a Milano, all’Accademia di Brera e in cento altri mestieri, infine il ritorno nella sua terra dove vive e lavora.

I riconoscimenti per l’arte di Bertarelli non si contano, a partire dal premio del 1978 “Naviglio Grande” fino alla recente nomina a senatore dell’Accademia “Marconi” di Roma, così pure non si contano le mostre in Italia e all’estero, dove sono presenti numerose sue opere. Insomma, una carriera positiva, iniziata con le sole sue forze durante quei difficili anni dell’infanzia bleggiana.

Per questi motivi la Cassa Rurale di Quadra e la Pro Loco di Bleggio Superiore, hanno deciso di valorizzare l’artista oriundo bleggiano, facendolo conoscere anche nella sua terra: Bertarelli non ha mai esposto sue opere al Bleggio, in omaggio al principio che “nessuno è profeta in patria”.

In questa prospettiva i due enti hanno patrocinato la pubblicazione di una bella monografia dedicata ai 10 anni d’attività, introdotta dal critico d’arte Mario Cossali. Per la presenza del volume, edito dalla tipografia Emanuelli con fotografie di Emilio Armani e recensioni critiche, i presidenti degli enti bleggiano Maurizio Serafini e Guido Donati hanno organizzato per oggi alle 20:30 una serata tutta per Bertarelli al teatro di Quadra di Bleggio. Saranno esposte alcune opere significative dell’artista, che potranno poi servire alla manifestazione estiva di Rango: sarà un modo per conoscere l’artista, ma anche per fare il punto di un cammino a volte inquieto, ma sempre più promettente.

firmato: Graziano Riccadonna – Alto Adige – Giudicarie e rendena –

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SPIEGATA L’ARTE DI BERTARELLI

Bleggio

“L’Arte di Guglielmo Bertarelli riesce a colpire anche lo sguardo più prevenuto, perchè le forme delle sue sculture superano la visione realistica tradizionale, entrano nello spazio che abitiamo e lo trasformano”: con queste parole il critico Mario Cossali ha introdotto la serata bleggiana dedicata all’artista e scultore Bertarelli. La serata al teatro Quadra di Bleggio, era stata organizzata dagli enti locali per far conoscere l’artista, noto a livello nazionale ed internazionale, ma pressoché sconosciuto nel paese d’origine. Emigrato in Germania Bertarelli può contare su numerosi e ambiti riconoscimenti in rassegne ed esposizioni, ultimamente è stato insignito della nomina a senatore dell’Accademia Marconi di Roma, il tutto grazie alle sole sue forze e all’impegno iniziato negli anni giovanili nel Bleggio, nel suo paese natale di Cavrasto, con il suo primo maestro, il pittore “Grazioso” Orsingher. Dopo il saluto dei presidenti Mauro Serafini e Guido Donati e del sindaco Giustino Iori, è toccato a Bertarelli ringraziare commosso la gente accorsa ad ammirare la su arte, l’arte di un bleggiano emigrato ma legatissimo alla sua terra. Tanto che ha accettato di slancio la proposta di partecipare quest’estate con le sue sculture di smalto o di legno alla manifestazione di valorizzazione di Rango. Tra le autorità, presenti il presidente Judicaria Basilio Mosca, accanto allo “scopritore” di Bertarelli, Giancarlo Pellegrini dello studio “Gianca” di Firenze.

Firmato: Graziano Riccadonna – Alto Adige – Bleggio

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Bertarelli a Quadra

E’ in programma stasera alle ore 20:30 nel teatro di Quadra la manifestazione artistica “Alle radici dell’arte” di Guglielmo Bertarelli. La manifestazione assume una particolare importanza visto che Bertarelli ritorna nella sua terra, dopo aver ottenuto in Italia e fuori parecchi riconoscimenti, per dedicarsi interamente alla produzione artistica.

Nell’occasione Bertarelli presenterà una sua pubblicazione, dove appaiono le opere, i giudizi critici ed i tratti della sua biografia che meglio caratterizzano il suo percorso culturale.

L’Adige – 27 febbraio 1988

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L’ARTE DI BERTARELLI SPIEGATA E COMPRESA

Bleggio Superiore / Profeta in Patria

E’ andato bene l’incontro tra la scultura di Guglielmo Bertarelli e gli abitanti del Bleggio Superiore. E la cosa non era scontata e non solo per la concomitanza con il Festival di Sanremo e lo slalom di Alberto Tomba. Non era proprio scontata perchè nonostante i numerosi riconoscimenti che l’arte di Bertarelli ha ormai raccolto, il “nemo propheta in patria” persiste. Invece non è stato così: l’incontro è avvenuto, il riconoscimento anche. Merito di Bertarelli, ovviamente, che è arrivato a questo appuntamento in un momento delicato della sua carriera, dopo aver lavorato duro, con umiltà e testardaggine. Merito anche di un critico come Mario Cossali che si è avvicinato alla sua arte e l’ha tradotta per il pubblico in un linguaggio semplice, discorsivo, ma rigoroso e preciso. La gente ha capito e ha applaudito. E’ rimasta colpita dal grosso tronco di olivo che era posto all’ingresso, una forma femminile sagomata con un lavoro forsennato; ha compreso lo sforzo dell’artista nel suo tentativo di rendere dolce ciò ch è duro.

Il Pubblico era numeroso. Bertarelli ha spiegato il suo desiderio di essere capito dalla gente. E la sua gente ha capito che nelle sue sculture poteva intravvedere molte delle forme della terra, di quelle radici di cui anch’egli è metaforicamente alla ricerca. Le sue sculture sembrano dolci e lente, desideri di vita armoniosa, ma colpisce che questo sia stato ottenuto scontrandosi con una materia rigida e dura. Se questa serata di incontro con l’arte è riuscita, come dicevamo, merito non ultimo e anche quello dei dirigenti della Cassa Rurale di Quadra e della Pro Loco di Bleggio Superiore che hanno creduto nell’iniziativa e l’hanno propiziata.

L’Adige – 5 marzo 1988

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RITORNA ALLA SUA TERRA LO SCULTORE BERTARELLI

Bleggio

Il Bleggio ha uno scultore e non lo sa. Ha la scusante che quando ha lasciato la sua terra parecchi anni fa nessuno lo conosceva o avrebbe scommesso su di lui. Adesso è tornato con una mostra di opere tutte sue ed una pubblicazione riassuntiva di 10 anni di attività artistica che ha presentato ieri sera presso il teatro-oratorio di Quadra e che ha intitolato “Le radici dell’arte”.

Guglielmo Bertarelli ha deciso di tornare nella sua terra per questa presentazione, anche perchè alla sua terra riporta la produzione. Ha esposto in mostre personali e collettive a partire ancora dal 1978 a Milano;  su di lui hnno scritto parecchi critici: di lui si sono occupate a più riprese parecchie riviste; è stato premiato molte volte. Forse è proprio al suo paese natio che lo conoscono poco ed  è significativo che proprio partendo da lì egli voglia fare  il gran “salto”, il passaggio a fare scultura a tempo pieno. Colpiscono parecchi aspetti dell’arte di Bertarelli e l’invito è quello di confrontarsi di persona con la sua opera, apprezzandone la tecnica compositiva (estremamente personale e incuriosente) e le suggestioni che fa traspirare.

Della sua scultura, così ha scritto il critico Mario Cossali: “… riesce con pochi accenni plastici a riempire concretamente, fisicamente lo spazio, a dare respiro, voce, rumore, corporeità alle sue fantasie poetiche, creando ogni volta una compagnia, calda o inquietante non importa, per chi guarda e rimira, consapevole di un incontro, non di un distratto passaggio”. La pubblicazione presentata per l’occasione è il suo percorso di vita e di arte che lui ha voluto curare con precisione artigianale per farne documento personale e personalizzato.

Bertarelli manipola la materia, immerge le mani in quel miscuglio di 10 tipi di terra che sono la pasta della sua espressione, la svuota, la innalza, la sostiene, con quel senso del lavorare le cose che deve per forza aver ereditato dai mestieri che soprattutto in giovinezza ha dovuto sobbarcarsi per sopravvivere. “Queste sculture – ricorda Mario Cossali – sono un canto di luce, perchè già di per sè inventano luce ed anche perchè, se sono opportunamente colpite da fonti di luce naturale o artificiale, moltiplicano spazi, angoli, baratri, corridoi, cambiando alla radice lo spazio che le circonda”.

L’Adige – 21 febbraio 1988

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IL CRISTO E’ TORNATO A CASA (Sul Bastione)

La Sat ringrazia chi l’ha trovato e chi l’ha restaurato

Alto Adige: sabato 26 novembre 1988

Per chi frequenta la Rocchetta, o solo il Bastione, il crocefisso a fianco dello slargo poco prima del bivio per la Maddalena costituisce un riferimento: e così non può non aver notato l’assenza della statua venuta a mancare per lo scherzo di pessimo gusto di qualche malintenzionato che l’ha fatta sparire. Il Cristo venne ritrovato in una grotta, messo piuttosto male, da Carlo Bommassar, satino rivano, durante una gita sulla Rocchetta la scorsa primavera. Guglielmo Bertarelli ha poi provveduto a rimettere in sesto la statua, in modo che il Cristo potesse tornare a vegliare su quanti gli passano davanti salendo sulla Rocchetta.

Ora il Cristo è tornato al suo posto: la Sat ringrazia di cuore sia Bommassar che l’ha riportata a valle sia Bertarelli che con perizia e grande pazienza l’ha rimessa in sesto. La speranza è che, magari anche in considerazione d’un valore venale trascurabile, i soliti imbecilli la lascino stare.

da: Alto Adige, sabato novembre 1988

“Arte e Vita 88″, Gruppo Culturale Nuovo e Atipico -Giovedì 13 ottobre 1988

ABBASSO POTERE E POLITICA VIVA LA LIBERTA’ DI PENSIERO

(g.r.) “Arte e Vita ‘88″ è il nome dell’ultima associazione culturale ed artistica apparsa nell’Alto Garda. Ultima in ordine di tempo, naturalmente, perchè quanto ad impegno e a livello professionale il livello non dovrebbe essere degli ultimi: dovrebbe, perchè essendo appena nata i mesi scorsi, il condizionale è d’obbligo prima di esprimere un giudizio nel merito. Il gruppo artistico “Arte e Vita 88″ fondato a Riva del Garda, dove ha pure la sede in via Ardaro 58, raccoglie artisti e collaboratori anche altrove, tanto da potersi definire a carattere nazionale: anche per questo l’associazione del panorama locale è alquanto atipica, e merita pertanto un suo specifico spazio culturale locale. Ma l’originalità deriva soprattutto dagli scopi prefissati nello statuto e dai programmi messi in cantiere, che aldilà di ogni generica presentazione servono a dare al gruppo di artisti professionisti caratteri peculiari.

“Non desiderare il potere – se hai il potere usalo come se fosse diretto contro di te – combatti contro tutti coloro che agiscono in modo opposto”: la massima del gruppo, a mo’ dei futuristi, indica un percorso in certo qual modo di “rottura” con l’esistente, qualificandolo come gruppo assolutamente aconfessionale, apartitico, anzi in lotta contro chi fa politica o chi “usa” la politica.

Biocentristi e nemici giurati del pensiero tecnocratico dominante nella cultura occidentale, gli artisti di “Arte e Vita” si riconoscono in un tipo d’arte aperto al fruitore e comprensibile, contraria al consumismo, avente come punto di riferimento le pulsioni umane (amore, odio, aggressività, solidarietà, ecc.) riconducibile generalmente alle leggi generali che governano il comportamento animale, anche se strumentalizzate a fini speculativi o consumistici nel mondo attuale. Tali enunciazioni teoriche possono sembrare astratte: per questo abbiamo voluto incontrare uno degli ideatori del gruppo lo scultore Bertarelli. “Lo scopo del nostro gruppo non è solo artistico, ma anche sociale. Mi spiego: essendo contrari a qualsiasi forma di autoritarismo che manometta la natura, noi siamo per favorire ogni forma nell’uomo, pertanto ci interessiamo anche agli aspetti sociali” dichiara Bertarelli , illustrandoci il programma di attività 1989:

1) far sì che venga insegnata educazione civica nelle scuole, in modo autonomo;

2) chiedere che si vari una legge contro gli spot pubblicitari diseducativi e sostanzialmente consumistici.

Per propagandare la loro attività, gli artisti hanno anche chiesto l’appoggio della provincia, offrendosi per una campagna artistico-turistica in alcune città italiane, accompagnata da dimostrazioni artistiche.

Una cosa da sottolineare è comunque che il gruppo è assolutamente autonomo per quanto riguarda l’attività artistica in quanto tale, cioè non intende nel modo più assoluto farsi finanziare da nessuno, “E’ la condizione essenziale per la nostra libertà di pensiero”, commenta Bertarelli.

Ma il discorso sociale è solo una bella intenzione? Sembrerebbe proprio di no, a vedere gli inizi; i mesi scorsi il gruppo ha iniziato la sua attività proprio con un’iniziativa sociale, la raccolta di 3500 firme alla festa dei Due Laghi, per richiedere il miglioramento del servizio ospedaliero: in particolare, assistenza nei fine-settimana ai malati e apertura degli spazi a verde per i ricoverati (ad esempio il parco del S. Chiara a Trento).

Il centro di Via Ardaro è aperto tutti i giorni dalle 9 in poi, compresi sabato e domenica, con ingresso libero e possibilità di imparare direttamente dal vivo, e il discorso vale specialmente per la scuola, le varie tecniche artistiche, per ora nel campo della scultura: si tratta di arte estemporanea nel vero senso della parola.

firmato: Graziano Riccadonna – Alto Adige – giovedì, 13 ottobre 1988

Sabato 10 settembre 1988

Tremilacinquecento firme di “Arte e Vita” per ospedali migliori

Malati, non mummie

Nel grosso plico che gli esponenti del gruppo “Arte e Vita” hanno consegnato ieri al vicepresidente del consiglio provinciale Giorgio Ziosi, c’erano le firme di 3500 cittadini. Raccolte in tempo record, una decina di giorni approffitando della “Settimana Folk” della Valle dei Laghi, con lo slogan “L’ospedale non deve essere un sarcofago perchè l’ammalato non è una mummia”. Uno slogan meno goliardico di quanto potrebbe sembrare, chè l’oggetto dell’iniziativa è stato quello di una migliore vivibilità delle strutture ospedaliere provinciali. E come dimostra le 3′500 adesioni, questo è un tema che sta molto a cuore ai trentini, segno che problemi di vivibilità, negli ospedali, non sono frutto della pur fervida immaginazione dei rappresentanti di “Arte e vita”.

A partire dall’apertura del parco del S. Chiara ai pazienti in grado di usufruirne.

Ed ancora: assicurazione che “l’efficenza dell’assistenza ospedaliera non diminuisca” nei fine settimana, che “vengano migliorati i servizi igenici, il vitto e l’efficenza amministrativa ospedaliera”. Insomma, di carne al fuoco i difensori civici free lance di “Arte e vita” ne hanno messa parecchia. E attendono una risposta. Giorgio Ziosi ha promesso che farà molto volentieri quello che il suo ruolo gli impone: notificherà il tutto alle varie forze politiche rappresentate in consiglio ed alla giunta provinciale perchè ognuno tragga le proprie conclusioni. Dopo di che ci si rincontrerà, per vedere di trasformare queste richieste popolari in realtà.

da: Alto Adige, sabato 10 settembre 1988